Picnic PostNL, Fabio Jakobsen sulle volate: “Sono sempre più affollate e le possibilità di incidenti sono più alte, forse dovremmo creare delle regole”

Il velocista neerlandese ritiene però "che la sicurezza sia migliorata e che non si sia più verificato un incidente come il mio, ma le organizzazioni e l'UCI devono continuare a valutare cosa si può migliorare"

Fabio Jakobsen torna a parlare della questione sicurezza durante le corse e, in particolare, durante gli sprint. Il velocista neerlandese, che quasi cinque anni fa fu vittima di un bruttissimo incidente in volata nel finale della prima tappa del Giro di Polonia, aveva già affrontato questo tema nelle scorse settimane focalizzando l’attenzione sulla sicurezza dei percorsi e dei finali di gara e sulla limitazione dei rapporti, ma in un’intervista rilasciata a Rouleur il 28enne del Team Picnic PostNL ha approfondito questi argomenti trattando in particolare la questione delle volate, che a suo avviso sono diventate più affollate e, di conseguenza, più pericolose.

Penso che la sicurezza sia migliorata e che non si sia più verificato un incidente come il mio, quindi è una buona cosa e speriamo che rimanga così, ma credo che le organizzazioni e l’UCI debbano continuare a valutare cosa si può migliorare per evitare incidenti estremi come quello, e anche tra i velocisti e i corridori dobbiamo assicurarci che sia sicuro – le parole di Jakobsen – Le volate sono sempre più affollate e, con più gente, le possibilità di incidenti sono molto più alte. Ci sono più squadre che si concentrano sulle volate e più corridori in grado di arrivare tra i primi cinque. È semplicemente più affollato. Soprattutto se si guarda a una corsa come l’UAE Tour, si può dire che 20 o 25 corridori potrebbero arrivare tra i primi dieci, e questo significa che 15 di loro saranno fuori. Quando ho partecipato al Dubai Tour, che allora era l’UAE Tour, c’erano tre o quattro squadre che puntavano allo sprint, mentre ora ce ne sono forse dieci. Quindi la situazione è raddoppiata o triplicata“.

Il 28enne ha alcune idee su come migliorare la sicurezza negli sprint: “Forse potremmo creare delle regole sulla volata, su quando è possibile deviare dalla linea senza mettere in pericolo gli altri. La domanda è: si può scegliere da che parte stare? E se lo si fa, il corridore dietro può seguire? Perché se chi è dietro può seguire e mette in pericolo un altro corridore, di chi è la colpa? È di chi parte o di chi segue? Quello davanti dirà: ‘Mi sono spostato, ma non ho messo in pericolo nessuno’, mentre il secondo dirà: ‘Ma io ho solo seguito la scia’. Non esiste una soluzione perfetta. Se si stabilisce una regola, tutti sanno qual è… ma non è sempre facile applicarla ogni volta“.

“Penso che direi che si può lanciare lo sprint da un lato e se non si mettono in pericolo gli altri, allora va bene – ha proseguito il velocista neerlandese – Ma non appena si inizia a muoversi di più, credo che si debba essere esclusi. Non si può andare a sinistra e poi a destra, non è consentito. E il fatto che qualcuno scelga un lato, non dà al numero uno o al numero due alle sue spalle il privilegio di seguirlo. Se si fa una regola del genere, si può anche creare una tattica e uno stile di sprint. Si sa che probabilmente il primo [della fila] può scegliere, ma gli altri devono assicurarsi che sia sicuro per tutti quelli dietro. Se si stabilisce una regola, tutti sanno con cosa hanno a che fare”.

“Poiché i finali sono sempre più affollati, è bene avere una serie di regole”, ha ribadito Jakobsen, che tuttavia, come già dichiarato in precedenza, non crede che una soluzione sia limitare i rapporti, come proposto dai suoi colleghi Wout Van Aert e Chris Froome: “Se si decide di ridurre i rapporti, molti ciclisti cominceranno a pedalare con pedivelle più corte per aumentare il numero di giri. Direi che dobbiamo solo guardare alla sicurezza. Il ciclismo sarà sempre pericoloso e si può cadere e farsi male, ma come sappiamo, se le barriere sono al loro posto e c’è una normale curva a 90 gradi senza ostacoli, non credo che la velocità debba essere ridotta. Basta guardare il percorso… di solito sono gli ostacoli combinati con il gruppo a creare pericolo. Spesso, se si tratta di un semplice rettilineo, di solito va tutto bene”.

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